PERCHé USARE la musica durante la meditazione?

Tutte le OSHO Active Meditations implicano l’azione – a volte intensa e fisicamente vigorosa, altre volte più soffice, dolce e delicata – seguita dall’inazione, dallo stare quieti e immobili.
Alcune delle meditazioni sono consigliate per specifiche ore del giorno.
Tutte sono accompagnate da una musica, appositamente composta per sostenere le diverse fasi.
Come sostegno alle OSHO Active Meditations sono stati composti molti brani musicali, creati con la guida di Osho, e con l’indicazione – una volta rifiniti – che la musica restasse la stessa, non venisse cambiata in nessun modo.

Osho ha spiegato che quell’impatto nella meditazione avrebbe creato ed espanso il proprio campo energetico nel corso del tempo, via via che si connetteva con un maggior numero di persone e che, nel corso degli anni a venire, quella musica avrebbe creato un campo di risonanza il cui impatto avrebbe influito profondamente su ciascuna persona che pratica quel metodo specifico.

La musica scandisce l’inizio di ciascuna nuova fase delle meditazioni e sostiene energeticamente ciascuno stadio


Per me, musica e meditazione sono due aspetti dello stesso fenomeno. Senza la musica, la meditazione manca di qualcosa; senza musica, la meditazione è un po’ ottusa, priva di vita. Senza meditazione, la musica è semplice rumore: armonioso, ma pur sempre un rumore. Senza meditazione, la musica è intrattenimento. E senza musica, la meditazione diventa sempre più negativa, tende a orientarsi verso la morte. Ecco perché insisto tanto nel dire che musica e meditazione dovrebbero accompagnarsi. Questo aggiunge una dimensione nuova a entrambe; entrambe ne vengono arricchite.
Osho

La musica ti aiuta dall’esterno a entrare in sintonia con la sfera interiore: è un espediente inventato dai Buddha. Tutto ciò che nel mondo è bello e ha un valore è sempre stato scoperto dai Buddha; soltanto loro possono scoprirlo, perché hanno viaggiato nel regno interiore, nell’incommensurabile universo interiore. Qualsiasi cosa abbiano scoperto nel mondo interiore, qualsiasi cosa vi abbiano sperimentato, hanno tentato di creare qualcosa che gli rassomigliasse nel mondo esteriore, per avvicinare coloro in grado di comprendere solo ciò che è oggettivo, che ancora non sono in grado di entrare nell’interiorità del proprio essere, che ancora non sono neppure consapevoli dell’esistenza di un mondo interiore. Nella sfera esteriore si possono creare espedienti in grado di aiutare… ascoltare musica sublime, all’improvviso rende silenziosi – senza sforzo alcuno. Entrando in sintonia con la musica si perde il proprio ego, senza sforzo alcuno. Ci si rilassa, si entra in una profonda quiete. Sei all’erta, sveglio, eppure in un sottile stato di ebbrezza. Osho

Si può avere una sorta di pace che è simile alla morte: non sei teso, non sei disturbato, ma non stai neppure celebrando, non festeggi. Quello è il modo più facile ed economico di raggiungere la pace e la quiete: ti rendi semplicemente ottuso, ti appiattisci, piano piano diventi sempre più insensibile, ed ecco che un giorno ottieni una sorta di pace. È ciò che è accaduto nei monasteri, è ciò che troverai nei cosiddetti santi: sono in pace, ma quella pace non ha in sé alcun valore. È la pace del cimitero, non la quiete di un giardino. La pace dev’essere estatica, dovrebbe essere vibrante di vita; non dovrebbe essere una semplice assenza di rumore, dovrebbe essere presenza di musica. E questo è il mio intero approccio rispetto alla meditazione. Osho

tratto da "Mindfulness 4.0" Ed. Mediterranee

qui puoi trovare i CD relativi alle meditazioni

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